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martedì 6 marzo 2012

GROUPON ET SIMILIA... IMPOVERIRCI PUR DI RISPARMIARE

In principio furono i supermercati e i grandi magazzini: perché passare prima dal macellaio, poi dall'ortolano e infine dal droghiere quando possiamo fare tutto in un unico luogo, spendendo anche meno.
I piccoli negozianti subirono terribili perdite. Alcuni puntarono sulla qualità della merce e riuscirono a salvarsi, molti altri (non per forza scadenti) chiusero bottega e tanti saluti.
Ma quello fu solo l'inizio, dopo di allora fu un escalation di promozioni (falsamente) vantaggiose per i consumatori.
L'ultimo protagonista è Groupon, una compagnia online di buoni sconto. In pratica ci si registra al sito, si acquistano le continue offerte vantaggiose mentre si sta comodamente seduti sulla poltrona di casa col portatile in mano.
Una pacchia vero?
Non proprio. Anzi, oserei dire un vero e proprio cancro economico.
Mi spiego meglio facendo alcuni esempi.
Più le grandi catene di distribuzione acquistano potere e più la gente si impoverisce, più la gente diventa povera e più è dipendente dalle suddette catene. Questi gruppi commerciali (internet o meno) fanno terra bruciata intorno a sé e la chiusura dei piccoli negozi hanno ripercussioni durissime sui fornitori locali e quindi sui produttori che sono costretti a vendere terre e ricchezze alle grandi imprese. 
La gigantesca catena di supermercati USA Walmart ad esempio ha fatto disastri: è stato calcolato che nelle piccole città dove questi "mostri" sono stati aperti, il crollo delle vendite al dettaglio sia stato del 50%, i prezzi bassi hanno influito sulla qualità della merce (naturalmente in maniera negativa) facendola importare da paesi in via di sviluppo che sfruttano la manodopera minorile in maniera pressoché schiavistica. Le importazioni dalla Cina, ad esempio, sono costate 200.000 posti di lavoro USA. 
In poche parole molta gente ha inizialmente risparmiato, poi si è ritrovata senza lavoro e con un'economia cittadina messa in ginocchio... un affarone non c'è che dire.
Ora vediamo il web marketing: Amazon (per dirne una) sta mettendo in ginocchio praticamente tutte le librerie, i posti di lavoro che si perderanno sono tantissimi in questo settore, che non è il solo a essere in ginocchio naturalmente. 
Groupon è solo l'ultima trovata in questo senso. Anche in Italia numerose imprese stanno iniziando a chiudere per questo motivo, questo vuol dire meno posti di lavoro, meno ricchezza e salari più bassi (per chi il lavoro lo riesce a trovare).
Dovremmo farci delle domande: tutto questo conviene? Conviene davvero risparmiare il 20% su un paio di scarpe mentre il negozio sotto casa chiude ed è costretto a licenziare cinque commessi? Conviene rinunciare alla qualità nel nome della quantità?
Tra dieci o quindici anni tutto sarà in mano a questo tipo di mercato. Non ci saranno più differenze tra i prodotti di una determinata zona o di un'altra. La multiculturalità verrà spazzata via a causa di qualche sconticino visto in internet.
Quando questo avverrà non ci chiederemo più se sia una cosa giusta o no, saremo costretti ad accettarlo, visto che saremo più poveri; sia di soldi, che di cultura.



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