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lunedì 30 aprile 2012

A.C.A.B. - CARLO BONINI

Edito da: Einaudi nel 2009

NB: In questo post si parla del libro, non del film che purtroppo non ho ancora visto.


Se odiate a prescindere la polizia, in particolare la celere (reparto mobile della polizia di stato), gli ultras, i manifestanti pacifici e non, gli immigrati etc, questo libro non fa per voi. D'altro canto, se tutti questi gruppi li amate incondizionatamente... questo libro non fa per voi lo stesso.

Bisogna sfogliare le pagine di ACAB (famoso acronimo che sta per: All cops are bastards) con la mente più aperta possibile. Senza prendere alcuna posizione preventiva insomma.
Il giornalista Bonini tramuta famose vicende giudiziarie italiane in un romanzo bello e terribile che vi farà conoscere un mondo che la maggior parte delle persone ignora.
Quel che ne esce fuori non è un atto d'accusa, ma una ricostruzione il più imparziale possibile dei fatti. Resterete sorpresi, visto il titolo dell'opera, quando vi troverete a parteggiare per le squadre di celerini che, nonostante tutto quello che si dica, svolgono un lavoro difficile e importante per pochi euro al mese. Altre volte, gli stessi celerini con cui avete simpatizzato si copriranno di infamia impossibile da perdonare (fatti di Genova su tutti, ma non solo).
Una parte importante nel libro la svolgono gli ultras, o meglio, la frange più violente del tifo ultras (in particolare: romanista, laziale e napoletano) con le loro terribili sigle; così violente da cadere nel ridicolo: NISS (Niente Incontri Solo Scontri), BISL (Basta Infami Solo Lame) come se fossero bambini che giocano a fare i capibanda.
Il problema è che non giocano affatto, fanno sul serio. 
E quando queste bestie travestite da tifosi mettono a ferro e fuoco una città voi chi chiamate? La polizia è chiaro.
Per questo questo libro è così difficile. Le persone che spesso odiamo, sono le stesse che, in innumerevoli occasioni hanno salvato città dalle devastazioni di neobarbari con le sciarpe sgargianti sul volto e una lama nella tasca.
Prendere posizione si fa ancora più complicato nel capitolo La notte romana, quando centinaia di ultras romanisti e laziali si uniscono per devastare Roma (e cercare il morto tra la polizia) dopo l'infame (bisogna ammetterlo) omicidio del tifoso laziale Gabriele Sandri ad opera del poliziotto della stradale Luigi Spaccarotella. 
Il capitolo viene scritto come se si parlasse di una sanguinosa battaglia medioevale, perché questa è stata. Il problema è che non si capisce quale esercito appoggiare: quello che, per sedare una rissa, spara nel bel mezzo dell'autostrada uccidendo sul colpo un ragazzo, o quello che, per vendicarsi di un torto, mette a ferro e fuoco una città arrivando ad assaltare una caserma (sfiorando una strage tra l'altro, visto che gli agenti di guardia hanno l'ordine di sparare a vista nel caso di un assalto in caserma).
Particolarmente interessante (Per quanto riguarda l'aura Buoni/Malvagi che circonda la polizia italiana) è un discorso del libro tra un poliziotto e un giornalista picchiato dagli ultras che mi accingo a riportare:

A terra c'erano due operatori televisivi. Li avevano conciati davvero male. Uno dei due schiumava dalla bocca una bava rossastra. chiedeva aiuto. Drago si era fermato con alcuni dei suoi uomini, disponendoli a semicerchio per proteggerli. La reazione dei due era stata istintiva. Si erano accovacciati sull'asfalto in posizione fetale, proteggendosi la nuca con entrambe le braccia.
Aveva aiutato uno dei due a risollevarsi, e sostenendolo per un avambraccio lo aveva accompagnato vicino a un mezzo per farlo bere. Non era riuscito a trattenersi.
"Pensi di essere a Genova? Pensavi forse che le avresti prese anche da noi?"
Il tipo si era voltato di scatto.
"Io a Genova c'ero."
"Questo l'avevo capito"
"Perché"
"Perché a Genova c'ero anche io e perché ho visto come avete reagito quando ci avete visto."
"Capisco..."
"Capisci? Davvero capisci?"
"Si, insomma, credo di si. Ma queste che razza di bestie sono?"
"Come hai detto?"
"Bestie."
"Ho capito bene, allora."
"Certo che hai capito bene. Mi stavano ammazzando."
"Sono le stesse bestie che difendete nei Tg della sera. Con quelle belle inquadrature a stringere, magari dal basso verso l'alto. Quelle in cui vedi tre dei nostri contro uno di questi animali. Sai, quelle immagini che chi sta sul divano, dice: - E questi nazisti da dove sono usciti?

Riuscite a vedere come il poliziotto Drago riesca ad avere ragione e torto allo stesso tempo? Salva coraggiosamente due uomini in pericolo, ma tratta con cinica ironia uno di essi ancora sconvolto dai fatti di Genova di dieci anni prima.
Impossibile prendere una posizione definitiva.
Ci sarebbe molto altro di cui parlare, molti altri esempi da fare ma non sarebbe giusto. Vi consiglio questo libro e vi consiglio di leggerlo il più attentamente possibile. 
Pensate, ragionate, scrivetemi se non siete d'accordo col mio punto di vista. E' sempre un piacere confrontarsi con gli altri, l'importante è cercare di non farlo con bombe carta, manganelli, spranghe, lacrimogeni etc.

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