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venerdì 7 settembre 2012

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (15) - THANK YOU FOR SMOKING

THANK YOU FOR SMOKING
Anno: 2005
Genere: Commedia
Provenienza: USA
Regia: Jason Reitman

Nick Naylor (Aaron Eckhart) è un lobbista per le industrie del tabacco, pagato per contrastare a suon di menzogne e trovate spettacolari il senatore Ortolan Finistirre (Macy), che vuole mettere un teschio sopra ogni pacchetto di sigarette. Naylor, rapito da terroristi antifumo e compromesso da una giornalista (Holmes) che usa il suo fascino per strappargli la notizia di un accordo segreto con Hollywood per far fumare gli attori durante le scene più importanti, riuscirà a rimanere a galla ?
(Da: Il dizionario dei film Merenghetti - 2011)

Ottima opera prima del regista canadese Reitman, che porta sul grande schermo l'omonimo romanzo di Christopher Buckley.
Il successo nelle sale fu poco più che tiepido. Peccato. Visto il mortorio che governa la commedia americana negli ultimi anni (parlo di bella commedia), questo film avrebbe meritato incassi ben maggiori.

Fare un film sulle sigarette non è una cosa molto facile oltreoceano, visto che li il problema è molto più sentito rispetto alla vecchia Europa (Ricordo che negli USA, in certi casi è proibito fumare persino nelle piazze e nei parchi pubblici). Eckhart si destreggia in maniera ineccepibile nel ruolo e la sua faccia da schiaffi è quasi ipnotica,  quello che dice poi: "Poche persone sanno cosa vuol dire essere completamente disprezzati. Ma chi può biasimarle? Io mi guadagno da vivere rappresentando un'organizzazione che uccide 1200 esseri umani al giorno. 1200 persone. Stiamo parlando di due jumbo stracarichi di uomini, donne e bambini. Praticamente c'è Attila, Genghis Khan... e io, Nick Taylor, il volto delle sigarette, lo zio Sam della nicotina."  
Da antologia, anche le scene dove Taylor pranza con i lobbisti delle armi e dell'alcool. Per non parlare di quella dove riprende una bambina che gli dice che, secondo la madre, le sigarette uccidono: "Tua madre è medico? Fa ricerca scientifica, magari? No? Beh, allora non si può dire che sia un'esperta credibile. Non ti pare?" La cosa assurda è che, da un punto di vista strettamente tecnico, non gli si può dar torto. 
Ma è tutto il cast a fare un lavoro eccellente; persino la (per me) scarsissima Katie Holmes si impegna al massimo delle sue forze nel ruolo della giornalista stronzetta e arrampicatrice (forse perché lo è nella realtà? 
Non lo so e non mi importa, resta il fatto che è troppo sopravvalutata). 

L'argomento principale del film, toccato con sapiente cinismo da Reitman, resta la libertà di parola e di espressione. Nella patria della libertà (USA) è giusto poter difendere persino il diavolo-tabacco... o no? E' più nel giusto una persona che difende una cosa che sa nociva per la salute, oppure chi tenta di metterlo a tacere senza dargli la possibilità di replicare?
Sembra un'ovvietà, ma non lo è.
Un po' fuori luogo mi è sembrato il rapimento da parte dei terroristi anti-tabacco. Certo, era un modo per spiegare che spesso (anzi, sempre) il fondamentalismo è più dannoso di ogni altra cosa, anche quando si pensa di far del bene. Però per dimostrare questo sarebbe bastata la figura del Senatore Finistirre, tanto attento al problema fumo, quanto disattento al problema obesità. Ecco, questo è un altro importante tasto dolente che il film sfiora (e che forse avrebbe dovuto toccare maggiormente): perché è socialmente accettato cazziare una persona, magari sconosciuta, che fuma ed è invece visto come maleducazione fare la stessa cosa con uno che si riempe di cibo ipercalorico in qualche fast-food? Un'arteria bloccata dal grasso è meno grave di un polmone annerito dal fumo? Punti di vista, credo.

In ogni caso consiglio questa commedia sveglia e dissacrante, ancor più perché è stata girata da un regista agli esordi come Reitman che si ritrova tra le mani un ottimo cast. (Perché in Italia questo non succede? Magari avrà agganci in alto anche lui, ma almeno il suo lavoro lo sa fare. Da noi invece ci si limita agli agganci).

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