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sabato 8 settembre 2012

LA FABBRICA DELLE VESPE - IAIN BANKS

Edito da Meridiano Zero nel 2012 - Storia scritta nel 1984 e pubblicata precedentemente in Italia da: Fanucci Editore (1996), Ugo Guanda Editore (2000), TEA (2001)

A fine agosto non ho pubblicato la mia (ormai) consueta rubrica sui romanzi di giovani scrittori sconosciuti ma promettenti. Questo perché, a volte, se un autore è sconosciuto, ci sono dei giusti motivi. Io comunque non demordo e spero di sfoderare qualche titolo interessante per fine settembre ;). 
A risollevare il mio fiacco agosto letterario, ci ha pensato lo scozzese Iain Banks con il suo romanzo più famoso: La fabbrica delle vespe. 
Ora, io sono andato in Scozia e posso assicurarvi che la popolazione indigena ha un aspetto burbero, quasi arcigno, eppure sono tra le persone più gentili e disponibili che abbia mai conosciuto. (Gente che bada ai fatti, non alle apparenze... il mio tipo di persone preferite). Dico questo perché ogni volta che prendo tra le mani un romanzo proveniente dalla tranquilla e bellissima Scozia, mi ritrovo alle prese con una storia ai limiti, piena di violenza, sangue e una dose così massiccia di umorismo macabro da costringermi a interrompere spesso la lettura.
Non dico per dire, La fabbrica delle vespe non è un romanzo per gente impressionabile (meno che mai per animalisti impressionabili). Il protagonista della storia è Frank Culdhame, diciassettenne che vive con il padre (ex hippie eccentrico e zoppo) in una minuscola isola collegata da un ponte alla terraferma. 
Frank gestisce quella piccola lingua di terra come se fosse il suo impero personale e, proprio come un imperatore, organizza guerre e raid punitivi contro chi tenta di togliergli la leadership del suo regno, in particolare il mare e i conigli (!), la sua vita è scandita da complessi rituali plasmati da una personalissima religione primitiva fatta di simboli e feticci (una pacchia per gli psicologi, non c'è che dire). Frank odia tutto e tutti, a esclusione di Jamie, un nano con cui si ubriaca ogni fine settimana in un pub della terraferma.
Ancora più pazzo di lui è Eric, un maniaco incendiario evaso dal manicomio e ora in fuga per la Scozia, ma con la voglia di tornare anche lui sull'isola.

Nelle poco più di duecento pagine del romanzo troverete di tutto: infanticidi, maltrattamenti, torture, narrate da Frank come se fossero le cose più normali del mondo. Ecco, la cosa che più colpisce de La fabbrica delle vespe non quello che succede, ma come viene raccontato.
Tra l'altro Banks è un ottimo narratore e, se avete un po' di pelo nello stomaco, non potrete non apprezzare la sua penna, semplice ma allo stesso tempo estremamente ricercata.

PS: Finale a sorpresa molto ben riuscito.

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