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sabato 15 giugno 2013

SKAGBOYS - IRVINE WELSH

Pubblicato nel 2012

Chissà se già nel 1993 Irvine Welsh aveva in mente di ampliare così tanto le storie dei ragazzi di Leith (periferia nord di Edimburgo) narrate nel clamoroso successo editoriale (e cinematografico): Trainspotting. Io credo di no. Molto probabilmente il sequel del 2002: "Porno" e questo prequel del 2012: "Skagboys", non sono stati altro che una mera operazione commerciale.

Però diciamocelo, c'è operazione commerciale e operazione commerciale.

Non posso parlare di "Porno" visto che non l'ho (ancora) letto, però non faccio fatica ad ammettere che questo romanzo, che narra di come Mark Renton e soci siano scivolati nel baratro dell'eroina, spacca di brutto.
Lo schema è quello di "Trainspotting": numerosi capitoli semi-distaccati tra loro, narrati in prima persona da numerosi protagonisti e, più raramente, in terza persona dalla classica voce narrante. Anche lo stile crudo ed estremamente diretto risulta inalterato e il buonismo va a farsi benedire. Welsh non rinuncia ad alcune parti più poetiche e "dolci", persino tenere, ma che tendono a scivolare nel cesso, sostituite da un mare di ero.
Ho la fortuna di non aver mai assunto droghe pesanti e sono nato un paio d'anni dopo le vicende narrate in questo romanzo (dal 1984 al 1985), però non ci vuole molto a capire che la tossicodipendenza descritta in queste 618 pagine  sia davvero credibile, come credibili sono le ciniche e grottesche situazioni in cui vanno a infilarsi i nostri antieroi (da brividi il capitolo: "Skagirl" che vede protagonista il manipolatore Sick-boy e la povera Maria, ma gli esempi da fare sarebbero molto più numerosi). Welsh tenta anche una ricostruzione storico-sociologica del fenomeno "eroina e AIDS", tirando in ballo il duro governo Tatcheriano, arrivando a supporre che, almeno all'inizio, fu uno stratagemma adottato per sedare le rivolte dei lavoratori in sciopero o licenziati a causa della crisi economica che che negli anni '80 colpì la Scozia e tutto il Regno Unito (una specie di seconda guerra dell'oppio, insomma). Oppure che non ci fu nessun diabolico piano, ma fu soltanto una mancanza di interesse verso il futuro dei giovani da parte del governo centrale di Londra e di quello locale di Edimburgo. Il che, a ben pensare, è anche peggio.

Che altro dire. "Skagboys" è certamente un grande libro che consiglio, scritto da un Welsh più maturo e completo rispetto a quello di "Trainspotting" che, da un punto di vista oggettivo, forse è persino inferiore. Ma nella letteratura la parola "oggettivo" non ha senso di esistere, ed è innegabile che la rabbia e la spontaneità contenuta nel libro del 1993 non possa essere neanche sfiorata da questo ottima operazione commerciale.

PS: Qualcuno spieghi a Welsh che in Italia non esistono donne che si chiamano "Massima". Caro Irvine, se farai un altro capitolo ambientato nello Stivale buttati su una Sara, Giulia, Lucia, Maria... Massima non se po' proprio sentì!

Dallo stesso autore: I segreti erotici dei grandi chefTrainspotting

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