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domenica 18 agosto 2013

COLORADO KID - STEPHEN KING

Pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2005

Se l'immensa opera letteraria di Stephen King fosse paragonabile a una serie interminabile di portate a, che so, un pranzo di matrimonio, "Colorado Kid" sarebbe un antipastino, non proprio cattivo, ma di cui non se ne sentiva il bisogno.

In queste (poche) pagine, lo scrittore del Maine molla i panni di Re del brivido e si butta a capofitto nel Mistery, creando una storia dai molti spunti potenzialmente interessanti ma con poco succo. Perfino la costruzione dei personaggi principali non risulta egregia come molte altre volte ci aveva abituato King.
In pratica la storia consiste in una lunga discussione tra i due anziani redattori del Weekli islander, (piccolo giornale di un'isoletta del Maine) e la giovane stagista Stephanie su una misteriosa morte, avvenuta nel 1980, di un'altrettanta misteriosa persona ribattezzata Colorado Kid. Premetto subito che questo è un romanzo che non beneficia di un finale certo, infatti tutte le possibili spiegazioni all'accaduto non sono altro che congetture dei due vecchi reporter e della giovane e intelligente stagista. Molte persone sicuramente storceranno il naso di fronte a una cosa del genere, difatti King nella postfazione chiederà scusa ai suoi lettori per questo. Ma chi lo conosce già da tempo (o meglio, chi conosce le sue opere) sa benissimo che per questo autore non è insolito  sottovalutare i finali a effetto, riponendo invece maggiore cura alle ambientazioni e alla costruzione dei personaggi. Spesso questo giochetto funziona, altre volte lo fa solo relativamente. Qui cadiamo in pieno nel secondo caso.

Ad ogni modo questo romanzo non può essere definito pessimo e può benissimo regalare un paio di piacevoli serate di lettura a chi già conosce bene lo scrittore americano. Se invece volete iniziare a conoscere King, questo non è il romanzo che fa per voi.

PS: Pregevolissima la copertina, che ricorda quelle degli hardboiled americani di qualche decennio fa.

Dallo stesso autore: JoylandShiningLa leggenda del ventoNotte buia, niente stelle22/11/63Doctor SleepL'acchiappasogni

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venerdì 16 agosto 2013

BAR SPORT - STEFANO BENNI

Pubblicato da Mondadori nel 1976. Ripubblicato da Feltrinelli nel 1997

Pur avendo letto un numero più che ragguardevole di libri nella mia vita, sono sempre stato piuttosto avaro con le letture di libri comici o addirittura satirici. Non che sia una persona a cui non piaccia farsi qualche grassa risata, il fatto è che credo che il far ridere attraverso la carta stampata sia uno degli obiettivi più complessi per qualsiasi scrittore e spesso in passato sono rimasto deluso da autori "comici" considerati bravissimi.
Probabilmente non avrei neanche mai letto questo "Bar sport" se un paio d'anni fa non fosse uscito l'omonimo film, film che devo tuttora vedere, proprio perché aspettavo di finire questo breve e pungente lavoro di Benni.

Cosa dire di questo "Bar sport"? Beh, certamente che Benni ha saputo toccare le corde giuste, inquadrando in maniera pressoché perfetta i classici personaggi da bar italiano, gettandoli in un mondo estremamente surreale eppure verissimo. Chiunque abbia frequentato i veri  bar popolari di provincia (ormai, ahime, in triste declino) non potrà che essere d'accordo. I personaggi eccentrici descritti da Benni sono gli stessi personaggi che spesso si possono ancora incontrare in tanti circoli sparsi per lo stivale, anche le storie narrate, per quanto assurde e scollegate tra loro, non hanno nulla di nuovo. Infondono anzi una sorta di calda nostalgia per un mondo che, seppur esistendo ancora, rischia di essere fagocitato dalla nuova miriade di locali senz'anima e senza storie da raccontare.

Non un libro perfetto, ma un libro che sa divertire e che diverrà un prezioso documento su di un mondo che presto non esisterà più.

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