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giovedì 29 novembre 2012

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (20) - LA SIGNORA AMMAZZATUTTI

LA SIGNORA AMMAZZATUTTI
Anno: 1994
Genere: Thriller/Commedia nera
Provenienza: USA
Regia: John Waters

Beverly Sutphin (Kathleen Turner), irreprensibile madre e moglie della middle class statunitense è in realtà una pericolosa psicopatica, pronta a uccidere chiunque manchi di rispetto ai membri della sua famiglia e tutte le "pedine scomode" che si frappongono fra lei è una vita perfetta. La donna verrà catturata e processata. Sarà proprio lei ad assumere la propria difesa.

Se avete la mia età (25 anni) o più, probabilmente avrete visto qualche volta questo film in tv in seconda serata alla fine degli anni '90. Se di anni ne avete di meno, quasi sicuramente non ne avrete mai sentito parlare, e questo è un vero peccato. 
Il regista e sceneggiatore Waters, (conosciuto e apprezzato dagli amanti del cinema underground anni '70 per pellicole disturbanti come "Pink flamingos"  e "Nuovo punk story") decide di sbeffeggiare la apparentemente tranquilla media borghesia americana. L'idea non è estremamente originale, ma l'esperienza dello stesso Waters e la bravura eccezionale della Turner nell'impersonare una "tranquilla serial killer" fanno del film uno dei migliori di questo stravagante sottogenere. Da notare che questa è uno delle poche pellicole del regista che può essere visionato da tutta la famiglia (beh, più o meno), cosa impensabile per i suoi primi lavori dove, per esempio, si vede una (vera) transessuale (Harris Glen Millstead - alias Divine) ingurgitare delle (vere) feci di cane... Un po' troppo realismo? Sono d'accordo con voi.

Un film frizzante, cattivo ma non esagerato dunque. Una pellicola che non può annoiare, sopratutto nella magnifica ultima mezzora, dove la mammina decide di difendersi da sola davanti alla corte convinta della sua colpevolezza. Il finale è doppiamente negativo ma non rinuncia alla grande carica di black humor che caratterizza l'intera pellicola. Degni di nota anche i diversi riferimenti a numerose pellicole horror storiche (La casa, Blood feast, Hellraiser, La morte ti fa bella, Nightmare ecc). Divertente anche il cameo delle L7, famosa (al tempo) band grunge californiana formata da sole donne.

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domenica 25 novembre 2012

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (19) - POLLO ALLE PRUGNE

POLLO ALLE PRUGNE
Anno: 2011
Genere: Drammatico/commedia nera/fantastico
Provenienza: Francia/Germania/Belgio
Regia: Marjane Satrapi/Vincent Paronnaud

Novembre 1958: Nasser Ali Khan è un grande violinista iraniano dal passato tormentato e vittima di un matrimonio infelice. Un giorno sua moglie Faringuisse, dopo l'ennesima lite, distrugge il suo preziosissimo violino. Dopo averne cercati altri alla stessa altezza, Nasser si accorge che non riuscirà mai a trovare uno strumento identico e si abbandona nel suo letto aspettando la morte e rivangando il suo passato.

Basato fedelmente sull'omonima graphic novel della Satrapi stessa (l'unica differenza di rilievo è che nel fumetto Nasser suona il tar...uno strumento tipico persiano) questo "Pollo alle prugne" sembra la versione moderna di una delle splendide fiabe de "Le mille e una notte". Il modo in cui vengono mescolati diversi generi: Commedia nera, dramma, amore, fantasy è ineccepibile e tiene lo spettatore con gli occhi incollati sullo schermo, impedendo la comparsa di fasi "morte" che possano far calare l'attenzione allo spettatore stesso. Questo è davvero una cosa importante visto che la trama, ricca di flashback e parti oniriche (magnifica quella col demone Azrael), è piuttosto complessa, sopratutto se non si è letto il bellissimo fumetto da cui è tratto questo film. Nassan (interpretato in maniera eccellente dall'attore francese Amalric) è un personaggio sfaccettato e di difficile interpretazione. Il suo grande egoismo (epica la scena in cui droga il figlio turbolento con l'oppio, o quella in cui insulta la moglie, colpevole di lamentarsi con lui perché costretta a tirare avanti la famiglia tutta da sola) è bilanciato da un'aura di pessimismo e tristezza che non può che farci provare empatia per lui. Dopotutto è un artista, e quale artista non è un po' eccentrico ed egoista?
Anche i flashback hanno una loro grande potenza, rivangando un'antica e infelice storia d'amore davvero toccante, per quanto semplicemente strutturata. Alla fine del film ogni casella andrà al suo posto e il film risulterà chiaro (per chi ha seguito con un minimo di attenzione) e magnifico. Posso garantirvi che, se rimarrete delusi, sarà soltanto per la lunghezza troppo ridotta della pellicola (circa 90 minuti), un quarto d'ora in più non avrebbe affatto guastato.

Concludendo vorrei fare un paio di annotazioni: 
1) Marjane Satrapi è la prova vivente che l'Iran, se non fosse sotto il giogo islamico radicale, potrebbe offrire davvero tantissimo alla cultura internazionale. Il suo lavoro precedente: Persepolis, ne è la prova più tangibile. La dittatura, sia ideologica che religiosa è sempre un male, sopratutto per quanto riguarda l'arte, che deve obbligatoriamente assoggettarsi al regime di turno e perdere così la propria forza. Non dimentichiamoci che la Satrapi è dovuta andarsene dalla sua Teheran e arrivare a Parigi (come sempre culla dell'arte) per poter liberare il suo estro creativo.
2)Questo film è stato premiato in numerosi concorsi ed è forse la migliore opera del 2011... risultato? E' rimasto, nelle poche sale italiane che l'hanno proiettato, per circa due secondi e persino io che volevo andarlo a vedere e spendere i miei soldi per il biglietto... non ci sono riuscito. Questo perché appena ho trovato il tempo per farlo, il film era già stato sostituito dalla porcata di turno. E' orribile che accadano cose come questa, ma a pensarci bene è anche comprensibile. La cinematografia moderna ha paura di film del genere. Se la gente inizia ad abituarsi a "Pollo alle prugne", poi rifiuterà tutte le stronzate che i multisala ci rifilano in continuazione.  Ve lo immaginate? Centinaia di registi, autori, produttori che devono tornare a impegnarsi per fare film belli invece di rimanere seduti sugli allori e rifilare la solita sbobba preriscaldata. Che vittoria sarebbe!

Fatemi un favore: se leggete questa recensione e provate curiosità e voglia di vedere questo film, scaricatelo pure da internet ma, se dopo che l'avrete visto sarete d'accordo con me, comprate il DVD o il Blue-ray. Diamo soldi ai film che ci piacciono davvero, a quelli davvero belli. E non diamo nulla ai tanti film fotocopia che ci ammorbano quotidianamente. Solo così le case di produzioni saranno costrette a investire sulla qualità delle opere. (Il mio è un sogno impossibile... lo so).

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martedì 20 novembre 2012

CONSIGLI SULLA PICCOLA EDITORIA 5 (NOVEMBRE)

Penultimo mese, penultima (speriamo) infornata dell'anno. Altri tre libri poco conosciuti ma di buon valore che spero possano interessarvi e stuzzicare la vostra curiosità.

STANZE DI CARNE - ALESSIO GRADOGNA (GENERE - Mystery/erotico, EDITORE - Lettere animate, ANNO - 2012, PAGINE -132, VOTO - 7)

Vincent è un uomo insoddisfatto dalla propria vita e dal proprio matrimonio ormai sterile. Su consiglio di un suo amico che non vede da tempo, lascia tutto e lo raggiunge in Francia, a Lione. Qui si trova ospite di una villa molto particolare dove nessun desiderio sembra proibito. Una sorta di paradiso terrestre, ma le cose non sono come sembrano.
Questo "Stanze di carne" è permeato da un'aura malsana molto ben riuscita e l'intreccio mystery/erotico è ben dosato dalla buona penna di Gradogna (anche se non sarebbe guastato osare un po' di più da entrambe le parti). Il finale vuole essere a sorpresa, ma non è impossibile da prevedere. O almeno, io ci sono riuscito un po' troppo presto. Forse è un azzardo comprare il libro cartaceo, ma comprare l'e-book (che ha un prezzo contenutissimo) non è uno spreco di denaro.

GOBBI COME I PIRENEI - OTELLO MARCACCI (GENERE - indefinito, EDITORE Neo., ANNO - 2011, PAGINE - 284, VOTO - 9)

VINCITORE STREGOSCAR 2012

Per quel che mi riguarda, questo lavoro di Marcacci è un piccolo gioiello della letteratura italiana degli ultimi anni. Eugenio Bollini, il protagonista del romanzo, è un personaggio riuscitissimo e la sua aurea da eterno incompiuto (intelligente, ma non tanto da entrare nel MENSA. Ciclista professionista, ma non un campione e ormai sulla strada del ritiro) è descritta magistralmente dallo scrittore Grossetano. La prima parte (molto filosofica e un po' lenta) è quella che forse colpisce meno, ma serve per preparare la strada alla seconda dove Bollini, per rispettare un giuramento fatto al padre ormai defunto, prende parte al suo ultimo Tour de france: gara che non è mai riuscito a terminare. La descrizioni delle varie tappe sono davvero ben fatte e le interviste di rito a fine corsa sono da sbellicarsi (classico tocco toscano). In mezzo alle vicende  puramente sportive ci sono una serie di sotto-trame, a volte spassose, spesso drammatiche, che aumentano il valore del romanzo e ne fanno una storia davvero completa. Il finale è un po' stereotipato ma, nel complesso, regge a meraviglia. Consiglio assolutamente l'acquisto (se non si era capito).

E-DOLL - FRANCESCO VERSO (GENERE - Fantascienza/Erotico, EDITORE - Kipple, ANNO - 2009, PAGINE - 249, VOTO - 6,5)

In un futuro prossimo i gusti sessuali della maggior parte della popolazione sono cambiati. Sul nuovo mercato del sesso circolano dei replicanti che vengono usati per ogni perversione, anche la morte pur di soddisfare i clienti. Sono gli E-dolls, La storia, ambientata a Mosca, segue le vicende di Maya e di Angel: la prima è una ragazza umana che si finge E-doll, il secondo è un E-doll ermafrodito che cerca di diventare umano. Questo mentre, in tutto il mondo, molti E-doll iniziano a disattivarsi.
Con questo libro, Francesco Verso vinse il premio Urania nel 2008 e se uno scrittore vince il più grande premio di fantascienza italiano vorrà pur dire qualcosa. Io non ho letto la versione Mondadori, ma quella della Kipple pubblicata solo in e-book e tagliata di almeno una trentina di pagine (che l'autore considerava inutili). Il libro merita certamente, ma se dicessi che mi ha affascinato direi una bugia. Si ha sempre l'impressione che si giri intorno al nocciolo senza arrivare mai a una vera conclusione. Conclusione che, quando arriverà, sarà abbastanza deludente. Probabilmente gli amanti di fantascienza ed erotico apprezzeranno più di me.

venerdì 16 novembre 2012

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (18) - DELICATESSEN

DELICATESSEN
Anno : 1990
Genere: commedia/grottesco
Provenienza: Francia
Regia: Jean-Pierre Jeunet/ Marc Caro

In uno spazio-tempo imprecisato il cannibalismo pare ormai la norma. Un macellaio uccide alcuni dei suoi affittuari e ne rivende la carne a quelli superstiti, con cadenza variabile. La figlia del macellaio è disgustata dal comportamento del padre e all'arrivo di un nuovo simpatico coinquilino chiederà l'aiuto a una comunità clandestina di vegetariani. (da Wikipedia)

In tanti conosco "Il favoloso mondo di Amelie", magnifico film che ha portato alla ribalta l'ottimo regista Jeunet. Sono troppo pochi a conoscere questo "Delicatessen" che già mostra tutti i pregi che il grosso degli spettatori ameranno nella commedia romantica e surreale del 2001 (me compreso). 

Delicatessen non è altro che un'eccentrica favola surreale immersa in un mondo post apocalittico, con tocchi oscuri (persino splatter, ma di quello innocuo, che tutti possono sopportare), velata però da una dose di romanticismo e comicità nera davvero magistrale. Il duo Jeunet-Caro (al loro primo lungometraggio... importante ricordarselo) non sbagliano davvero nulla. Persino sul piano tecnico il film è assolutamente da incorniciare: L'uso delle luci a tono giallo creano una fotografia affascinante e il condominio, così pieno di oggetti, tubature, porte scricchiolanti e sbuffanti costruisce un'atmosfera ideale dove far svolgere una storia del genere.
I personaggi, tutti stralunati ed eccentrici all'eccesso, sono descritti in maniera eccelsa (che parolone) e in molti casi, ad esempio la donna depressa che cerca di togliersi la vita senza successo, vi strapperanno più di un sorriso. Magnifica anche la scena di sesso sul letto cigolante, che crea un vero e proprio concerto. Potrei continuare con gli esempi (anzi, mi piacerebbe visto che mi diverto anche solo a scriverne) ma non sarebbe giusto togliervi il gusto di scoprirli da voi.

Concludendo, consiglio la visione di questo film a tutti i fan de "Il favoloso mondo di Amelie", a tutti gli amanti di film strani e grotteschi e a tutte le persone che riescono ancora a sognare, persino di questi tempi. Se non siete in queste tre categorie, lasciate pure perdere. Questo film non farebbe altro che annoiarvi a morte.

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giovedì 15 novembre 2012

LA LEGGENDA DEL VENTO - STEPHEN KING

Pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer nel 2012

Non propriamente un romanzo, ma una mini antologia di tre racconti scritti con lo stile delle scatole cinesi (uno dentro l'altro), questo libro di Stephen King l'ho praticamente divorato, arrivando a pagina 375 in meno di due giorni. 
Comprandolo ho avuto due impressioni (quasi folgorazioni, potremmo dire): la prima è che sarebbe stata una marchetta allucinante, la seconda è che non mi sarebbe piaciuto affatto. Potremmo dire che mi sono sbagliato a metà: perché "La leggenda del vento" E' UNA MARCHETTA ALLUCINANTE, ma l'ho adorato dalla prima all'ultima pagina.

Lo scrittore del Maine ritorna sulla sua lunghissima ed epica creatura a metà tra il western e il fantasy, quella della Torre Nera, infilando questa storia tra il quarto e il quinto libro della serie. 
La leggenda del vento non toglie né aggiunge nulla alla saga, ma racconta qualcosa sulla giovinezza di Roland Deschain, il pistolero protagonista assoluto della saga stessa. A pensarci bene è un po' quello che fece nel libro: "La sfera del buio", con risultati simili (nel bene e nel male... ma ci arriveremo più tardi) a quest'ultima fatica.
Ma andiamo con ordine:

Il libro si apre con il Ka-tet (il gruppo scelto dal destino... per dirla in maniera mostruosamente semplificata) di Roland, alle prese con una terribile tormenta chiamata Starkblast in grado di distruggere ogni essere vivente in pochi attimi. I poveretti trovano rifugio nell'unica casa di pietra di un villaggio abbandonato e per passare il tempo, Roland racconta al gruppo due storie (con lo stile delle scatole cinesi, come già detto).
Senza spoilerare (e non è facile): La prima narra la storia del giovane pistolero Roland, inviato dal padre in un lontano villaggio prima a scoprirne l'identità e poi a uccidere uno Skin-man (un uomo che riesce a trasformarsi in qualsiasi animale selvaggio) che terrorizza la popolazione locale.
La seconda, narrata dal giovane Roland della prima storia a un bambino testimone di un attacco dello skin-man, racconta le vicende di Tim Strongheart, un ragazzo di undici anni costretto ad attraversare un'intricata e pericolosa foresta per aiutare la madre. 

La prima storia scorre bene e il mistero riesce a prendere abbastanza il lettore. Come sempre la penna di King (e la traduzione di Dobner) risulta efficace. Il vero capolavoro è rappresentato però dalla seconda storia: in queste poco più di cento pagine lo scrittore statunitense ci ricorda il perché del suo successo incredibile. A pensarci bene la storia non è originalissima per un fantasy, ma staccare gli occhi dalle pagine risulta un'impresa al limite dell'impossibile (e considerate che il fantasy non è per nulla il mio genere preferito).

Cosa dire di questo libro nella sua interezza? Beh, che è proprio un bel libro. ma cosa c'entra la Torre nera? King avrebbe dovuto avere il coraggio di pubblicare un gran bel lavoro fantasy senza dover scomodare Roland e compagni (proprio le stesse critiche fatte da molti per quanto riguarda "La sfera del buio") visto che qui la Torre nera non c'entra assolutamente nulla. Anche in questo caso si è ulteriormente allungata una saga già di per sé infinita.
In ogni caso anche i non fan della Torre possono leggere e apprezzare "La leggenda del vento", anche se con qualche piccola difficoltà.

Dallo stesso autore: Joyland22/11/63Notte buia, niente stelleShiningColorado KidDoctor SleepL'acchiappasogni

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