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venerdì 28 giugno 2013

I SEGRETI D'ITALIA - CORRADO AUGIAS

Pubblicato nel 2012 da Rizzoli

Se uno vuole fare un libro di approfondimento storico non esiste luogo migliore dell'Italia, un paese così pieno di storia, arte, bellezza, ma anche vizi, intrighi, momenti drammatici. Questo Augias lo sa bene, come sa bene che praticamente ogni luogo d'Italia nasconde un segreto o una storia che merita di essere raccontata.

Se si toglie Parigi alla Francia o Londra all'Inghilterra non resta molto. Se si toglie Roma all'Italia resta invece moltissimo.

Il famoso giornalista romano fa partire il suo romanzo (che poi romanzo non sarà) con una domanda: come mai le cose sono andate così? Come ha fatto questa piccola penisola a diventare la patria dei geni e dei lazzaroni, la culla della bellezza e del degrado più profondo? Dalle pagine successive non troverete una risposta certa (in questo il libro fallisce il suo scopo, ammesso che lo scopo fosse dare una spiegazione così ampia), ma troverete interessantissimi excursus storici e aneddoti narrati molto bene, in un linguaggio accessibile anche a chi a scuola considerava la storia come una materia di secondaria importanza (male, anzi, malissimo. Tutti dovrebbero sapere che l'unica materia scolastica inutile è la matematica ;).
Sono numerosissimi i luoghi e i personaggi che verranno toccati da Augias: Leopardi, De Amicis, D'annunzio, Roma, il ghetto di Venezia, il meridione durante i  difficili anni dell'unità d'Italia, San Francesco, Napoli, Parma e tantissimi altri. Tutto quanto narrato con l'occhio critico dello storico ma, allo stesso tempo, con lo sguardo scanzonato dello scrittore esperto, che sa come far innamorare il lettore a un argomento che potrebbe diversamente risultare ostico e noioso.

Pur non essendo perfetto consiglio questo libro, sopratutto a chi volesse saperne un po' di più sulla storia del nostro incredibile Paese. Un Paese che sembra perdere pezzi della sua magnificenza ogni giorno che passa. Un Paese i cui abitanti stanno dimenticando sempre più la storia (e quindi la loro storia). Ed è proprio questa che la vera disgrazia della nostra bellissima e morente Italia; l'oblio.

ALTRI LIBRI RECENSITI

mercoledì 26 giugno 2013

CONSIGLI SULLA PICCOLA EDITORIA 11 - (GIUGNO)

Esattamente un anno e dodici giorni fa scrissi il primo numero di questa rubrica, tanti tanti libri di giovani autori talentuosi ma sconosciuti chiedevano solo una cosa: essere letti. Io, nel mio piccolo, ho provato a dar loro una modesta cassa di risonanza. Ci sono riuscito? Non lo so. E' però un fatto che questi "Consigli sulla piccola editoria" sono tra i post più consultati del blog e la cosa mi fa molto piacere.
Supportare la media e piccola editoria italiana (quella onesta... SOLO E UNICAMENTE QUELLA ONESTA!) non solo a parole ma anche con i fatti è per me un immenso piacere (parlo da modesto scribacchino e sopratutto da vorace lettore) e pensare di aver forse contribuito alla vendita di qualche copia che altrimenti sarebbe rimasta in magazzino o andata al macero, mi riempe di gioia.
Ma ora basta con questa autocelebrazione gonfia di malcelata vanità. Facciamo parlare i due libri di questo mese.

QUATTRO SOLI A MOTORE - NICOLA PEZZOLI (GENERE - romanzo di formazione a tinte noir, EDITORE - Neo, ANNO - 2012, PAGINE - 295, VOTO - 9)

Io credo che questo romanzo sia difficilissimo da recensire o anche solo da descrivere a qualcuno che non l'ha letto. Davvero, non saprei da che parte incominciare. Pezzoli narra le vicissitudini di questo ragazzino undicenne: Corradino, e lo fa con un trasporto tale, una tale "onestà", da far rimanere senza fiato. In tutte queste quasi trecento pagine ambientare nella lombardia rurale del 1978, l'autore riesce a mettere in scena di tutto: dramma familiare, bullismo, ironia, religione, commedia, poesia, fantascienza (indirettamente) e solo Dio (magari anche la signorina De Ropp) sa cos'altro. Più volte ho smesso di leggere e ho ripensato alla mia infanzia, alle mie paure e angosce di allora, ma anche ai miei sogni, le mie speranze e le mie gioie. Mi sono sentito davvero vicino a Corradino, e questa è una cosa che prevarica la storia (comunque davvero bella), i personaggi (descritti in maniera eccelsa) e le vicende narrate. Parlarvi di questo libro? Non saprei farlo.
L'unica cosa che potrei fare sarebbe snocciolarvi una grigia e inutile trama. Questo svilirebbe soltanto il tutto e non renderebbe giustizia al lavoro di Pezzoli.
Se anche voi, come me, siete cresciuti nella provincia italiana e avete abbastanza anni da ricordarvi dei tempi in cui per chiamare qualcuno si telefonava dal fisso, si citofonava o si dava un colpo di clacson, non potrete non apprezzare. Non è detto che anche gli altri non lo facciano.
Consigliatissimo.

Link al libro


MALEDETTE ZANZARE - SIMONE CORA' (GENERE - horror, EDITORE - XII, ANNO - 2011, PAGINE - 174, VOTO - 7)


Pubblicato in ebook dalla purtroppo scomparsa casa editrice XII, questo "Maledette zanzare" mette in scena una storia si orrore scanzonato, ambientato sulle rive del Brenta e dai ritmi così incalzanti da non concedere un attimo di tregua. I personaggi sono numerosissimi e davvero molto sopra le righe (questo è sia un bene che un male),Simone Corà mostra tutta la sua bravura nel descriverli, farli interagire e mostrare le loro psicologie davvero ben diversificate. Anche i "mostri-zanzara", contro i quali si dovranno confrontare i protagonisti (buoni e cattivi), sono abbastanza originali per attirare facilmente l'attenzione del lettore. In pratica tutta la vicenda si svolge in una notte, questo, unito al numero esagerato di personaggi principali, può creare facilmente un po' di caos e il lettore alcune volte rischia di sentirsi perso di fronte all'intreccio che si fa sempre più complesso e alle vicende che si intersecano di continuo tra loro, sopratutto se non ha il tempo per leggersi tutto il romanzo in breve tempo (come purtroppo è successo a me). In ogni caso un buon lavoro che, a fin dei conti, tratta dell'eterno scontro tra bene e male e lo fa con un linguaggio a tratti serio, a tratti ironico, ma sicuramente non noioso.

PS: come ho già accennato la casa editrice che ha pubblicato questo eBook è ormai defunta. Francamente non so se sia possibile acquistare da qualche parte "Maledette zanzare". Per ora non ho trovato nulla, se dovessi sapere qualcosa pubblicherò subito il link.

Altri libri recensiti

venerdì 21 giugno 2013

I RE DEL MONDO - DON WINSLOW

Pubblicato nel 2012

Come potete leggere nella foto qui a fianco, nella copertina di questo libro, sopra il titolo e il nome dell'autore, troneggia una scritta: Chi non ha ancora letto "Le belve" cominci da qui.
Infatti "I re del mondo" non è altro che un prequel. Io, possedendo entrambi i romanzi, ho dato retta a quella scritta. Solo quando leggerò anche il secondo libro saprò se il consiglio è stato saggio.

Non credo che gli appassionati di romanzi crime e thriller abbiano bisogno che qualcuno gli spieghi chi sia Don Winslow. Il meritato successo avuto con quel grandissimo lavoro che è Il potere del cane basta già a sottolineare come questo scrittore americano sia uno dei massimi esponenti di questo genere letterario, genere che ultimamente trabocca di miriadi di lavori dalle tante speranze ma dalle poche idee (I romanzi di Lars Kepler riassumono perfettamente il basso livello dei thriller attuali).
Come per "Il potere del cane" in questo romanzo la vera protagonista è la droga, o meglio, lo spaccio di droga. Facciamo subito la conoscenza dei tre ragazzi che saranno protagonisti anche de "Le belve" e che si guadagnano da vivere smerciando erba di alta qualità lungo le coste della California del sud e che devono combattere per non farsi taglieggiare da uomini molto più potenti e spietati di loro. Una sorta di Davide contro Golia, insomma.Tra numerosi qui pro quo, tuffi nel passato, sbirri corrotti e tantissima droga, Winslow costruisce una storia dal ritmo serratissimo (uno dei più serrati che abbia mai letto) e dalla suspance davvero riuscita. Una storia che non avrà la forza de: "Il potere del cane" (siamo lontani anni luce) ma che sa piacere e regalare momenti davvero intensi (In più di una occasione non riuscivo letteralmente a staccare gli occhi dalle pagine).
Solo apparentemente semplice, questo libro sottolinea bene come il commercio della droga sia cresciuto  e si sia modificato nel corso degli anni (si va dal 1967 al 2005) e di come la mentalità degli esseri umani sia cambiata con il cambiare degli stupefacenti del momento. Fino ad arrivare a un punto di non ritorno, un punto dove si uccide o si viene uccisi, un punto dove non esistono più amici, valori o dignità.
Perché, diciamocelo, la droga è merda. E più la droga diventa potente, più aumenta il fetore.

Doc è cambiato.
Okay, capita a tutti, ma Doc è proprio cambiato. Non è più quello dei vecchi tempi, che distribuiva i tacos. Non dice più che la torta è grande abbastanza per tutti; adesso la torta è grande abbastanza per Doc.
E' la coca.
La coca non è l'erba.
L'erba distende i nervi, la coca ti rende paranoico.
L'erba inibisce l'ambizione, la coca ti fa desiderare di essere il Re di Tutto.
(pag. 202, I re del mondo)

Consigliato. Comunque resta "Il potere del cane" il vero capolavoro di Winslow.

Dallo stesso autore: Il potere del caneLe belveL'inverno di Frankie Machine

ALTRI LIBRI RECENSITI

mercoledì 19 giugno 2013

JOYLAND - STEPHEN KING

Pubblicato nel 2013

Credo che questo Joyland sia l'esempio calzante di cosa King intenda quando dice di volersi prendere una pausa. Un po' come quegli stakanovisti che dopo un allenamento spossante, finisco il tutto con una "corsetta defaticante" di una ventina di minuti (pazzi!).
Infatti l'infaticabile re del brivido non ci pensa proprio a mollare la penna e, tra il pregevolissimo 22/11/63 e il lavoro di prossima uscita "Doctor Sleep" (sequel di Shining), ci regala un semplice giallo a tinte paranormali, ambientato in un luna park nei primi anni '70 con annessa storia d'amore e dramma.
Non fraintendetemi, dalle pagine ne esce una storia niente male, ma non credo che questo Joyland riuscirà mai a uscire dal limbo dei lavori minori di King che, tra l'altro, pesca a piene mani da alcuni suoi romanzi del passato. Possiamo infatti trovare numerosi rimandi a "Christine: La macchina infernale", "Duma key", "Torno a prenderti", "Shining" e chissà a quanti altri.
I personaggi sono come sempre ben descritti e la storia prende, sopratutto per le interessanti divagazioni di King sulla "parlata dei giostrai" e le ottime atmosfere realizzate durante le apparizioni della povera ragazza uccisa anni prima nel tunnel dell'orrore del luna park. Il finale è piuttosto canonico ma gradevole e il retrogusto amaro che ha tutta la vicenda contribuisce ad innalzare il livello di empatia del lettore.

Un discreto lavoro, ma lontano anni luce dalle migliori opere Kinghiane. Consigliato comunque ai fan del re del brivido e a chi ama lasciare qualche lacrimuccia dopo aver chiuso il libro. Sconsigliato agli amanti del giallo puro che, con ogni probabilità, conosceranno mille altri  autori che sanno trattare la materia in maniera migliore.

Dallo stesso autore: 22/11/63La leggenda del ventoNotte buia, niente stelleShiningColorado KidDoctor Sleep, L'acchiappasogni

ALTRI LIBRI RECENSITI

GRANDI FILM SOTTOVALUTATI (29) - THE ABCs OF DEATH

THE ABCs OF DEATH
Anno: 2012
Genere: svariati episodi di svariato genere
Provenienza: Svariati paesi
Regia: Autori vari

DAI CREDITS INIZIALI: Il seguente film è stato creato da 26 registi di tutto il mondo. Ad ogni regista è stata data una lettera dell'alfabeto inglese e gli è stato chiesto di scegliere una parola. Hanno poi creato un corto sulla morte, collegata alla parola scelta. Hanno avuto libertà assoluta sul contenuto delle loro parti.

Un bel giorno il neozelandese Ant Timposn (già creatore di originali film festivals) uscì fuori con l'idea di creare un film a episodi dando ai registi totale libertà (con soli due paletti: durata ridotta all'osso e il fatto che il corto dovesse riguardare la morte) e un budget di 5000 dollari a testa. I 26 film riportati compongono un mosaico interessantissimo di diverse visioni, tecniche e modi di vedere il cinema.
Non tutti i corti si possono definire belli, ma l'originalità di questo esperimento cinematografico rende questo film una chicca per tutti i cinefili in cerca di qualcosa di nuovo.

Qui sotto potrete trovare una scarna spiegazione della trama e un'ancora più scarna recensione da parte del sottoscritto (questi corti durano in media meno di 5 minuti a testa, parlarne troppo vorrebbe dire rivelare tutto, quindi scusate se a volte sarò parecchio criptico).

A: Apocalypse - Regia di Nacho Vigalondo (Spagna)
Una donna tenta disperatamente di uccidere suo marito. Il perché di questo gesto è spiegato solo alla fine.
Non il migliore tra i corti, ma abbastanza ben fatto. Diciamo che è nella media. La spiegazione finale è leggermente pazzesca e davvero poco plausibile, ma intrattiene.

B: Bigfoot - Regia di Adrian Garcia Bogliano (Messico)
Una coppietta di ragazzi sta per fare l'amore, ma la sorellina del ragazzo non ne vuole saperne di dormire. Allora lui, aiutato dalla fidanzata, racconta alla bambina che, se non farà la brava, arriverà il pauroso Bigfoot (messicano ndr) e la porterà via.
Creare una storia incentrata su Bigfoot (leggendario uomo scimmia dei boschi nord americani e parente stretto dello yeti nepalese) e ambientarla a Città del Messico è una follia. Bogliano crea una buona storia di suspance e, merito anche del discreto cast, la trama prende parecchio. Purtroppo il finale non è dei migliori. Comunque buono.

C: Cycle - Regia di Ernesto Diaz Espinoza (Cile)
Un uomo è costretto a rivivere sempre lo stesso giorno. Decide di porvi rimedio ma non sembra avere scampo.
Storia che sembra tratta dal serial: "Ai confini della realtà", con qualche goccia di sangue in più e un pò di cattiveria. Carino

D: Dogfight - Regia di Marcel Sarmiento (USA)
In un'arena clandestina che ricorda molto lo scantinato di Fight club, si assiste a un combattimento all'ultimo sangue tra un cane e un essere umano. Le cose prenderanno presto una piega inaspettata, sopratutto per gli spettatori della lotta.
Molto bello da un punto di vista tecnico, altrettanto bello anche dal punto di vista attoriale. Sembra uno spot (per una volta riuscito) contro la crudeltà verso gli animali. (Ab)uso del rallenty che, una volta tanto, non guasta.

E: Exterminate - Regia di Angela Bettis (USA)
Un uomo cerca di uccidere un ragno, ma quest'ultimo si salva e medita vendetta.
Corto abbastanza moscio che vorrebbe creare repulsione ma non ci riesce molto bene.

F: Fart - Regia di Noburo iguchi (Giappone)
Una bella e infelice studentessa giapponese si ritrova a scorreggiare. La sua graziosa insegnante: la signorina Yumi, se ne accorge. Dopo l'imbarazzo iniziale tra le due nasce un amore saffico condito da peti, fino a quando la studentessa si ritroverà risucchiata nell'ano dell'insegnante e troverà finalmente la pace e la serenità.
I giapponesi sono dei fottuti pazzi (parte 1)

G: Gravity - Regia di Andrew Traucky (Australia)
Un surfista va al mare con la sua tavola, qualcosa lo fa cadere in acqua e il surfista muore. Stop !?!
Corto più inutile che brutto. Che diavolo avrà fatto Traucky con i 5000 dollari?

H: Hydro-Eletric diffusion - Regia di Thomas Cappellen Malling (Norvegia)
Seconda guerra mondiale: Un cane aviatore britannico (credo) assiste eccitato a uno spettacolo di spogliarello di una sexy volpina che poi si rivelerà una nazista. Ne seguirà uno scontro senza esclusioni di colpi.
Divertente e colorato corto con attori travestiti molto bene da animali. Non il migliore ma sicuramente simpatico.

I: Ingrown - Regia di Jorge Michel Grau (Messico)
Una donna legata dentro la vasca da bagno viene torturata da un uomo.
Corto che ho trovato abbastanza deludente. Se Dogfight sembrava una pubblicità contro il maltrattamento degli animali, questo potrebbe essere una pubblicità contro la violenza sulle donne. Ma non ha assolutamente il mordente che ha il lavoro di Sarmiento.

J: Jidai-Geki - Regia di Yudai Yamaguchi (Giappone)
Un samurai si appresta a compiere harakiri (il suicidio rituale giapponese), mentre il suo aiutante è incaricato di dargli il colpo di grazia decapitandolo. Il problema è che l'aiutante, preso dal panico e da un forte stress, vede il samurai fare smorfie ridicole e facce buffe.
I giapponesi sono dei fottuti pazzi (parte 2)

K: Klutz - Regia di Anders Morganthaler (Danimarca)
Cartone animato: Una donna va in bagno e fa "quella grossa". Arrivato il momento di tirare lo sciacquone si accorge che quello che ha prodotto non ci pensa proprio a farsi risucchiare attraverso i tubi del water. Ne esce una lotta furibonda.
Devo ammettere che ho riso dall'inizio alla fine. Simpaticissimo.

L: Libido - Regia di Timo Tjahjanto (Indonesia)
Due uomini sono costretti a masturbarsi. Il primo a venire potrà sopravvivere mentre il secondo verrà impalato.
Corto ottimo da un punto di vista tecnico, insulso (e volgare) per quanto riguarda il resto. Bocciato.

M: Misscarriage - Regia di Ti West (USA)
Una donna è alle prese con un water ostruito. Che cosa sarà?
L'idea poteva anche essere carina (per quanto macabra), ma la rappresentazione è abbastanza deludente.

N: Nuptials - Regia di Banjong Pisanthanakun (Thailandia)
Un uomo addestra un pappagallino a chiedere alla sua fidanzata se vuole sposarlo. Il pennuto lo fa e le cose sembrano andare per il meglio, almeno fino a quando l'uccello non si lascia sfuggire qualche frase di troppo.
Corto che ha la consistenza di una barzelletta. Abbastanza divertente ma sotto la media.

O: Orgasm - Regia di Helene Cattet & Bruno Forzani (Francia)
Rappresentazioni dell'orgasmo femminile.
Per ovvie ragioni non ho mai provato in prima persona l'orgasmo femminile. Il corto di questo duo francese è così ben fatto ed elegante da darmene un assaggio. Davvero un lavoro notevole.

P: Pressure - Regia di Simon Rumley (Gran Bretagna)
Una povera madre tenta di sbarcare il lunario e contemporaneamente regalare una bicicletta alla figlia per il suo compleanno. Per farlo dovrà accettare un lavoro parecchio sui generis.
Forse il corto migliore. Atmosfere riuscitissime, ottimi movimenti di camera, prova attoriale ben oltre la sufficienza e finale angosciante. Non è un lavoro che si dimentica.

Q: Quack - Regia di Adam Wingard (USA)
Il regista non è affatto contento della lettera capitatagli e del budget ridotto all'osso. A farne le spesse rischia di essere una povera paperella.
Meta-corto che la butta sull'autoironia del regista. Una cazzatona che strappa un sorriso.

R: Remove - Regia di Srdjan Spasojevic (Serbia)
Un uomo viene torturato da dei medici finché non si ribella.
Corto che parla metaforicamente degli sfruttatori che gravitano attorno il mondo dell'arte. Questo lavoro punta in alto, ma non riesce a fare molta strada. Sotto la media.

S: Speed - Regia di Jake West (Gran Bretagna)
Una donna è inseguita da un demone e, nonostante i suoi sforzi, prima o poi dovrà farci i conti. Non ne uscirà nulla di buono.
Bellissimo corto (per me il migliore). Non posso parlarne approfonditamente perché svelerei il colpo di scena finale. Comunque da vedere.

T: Toilet - Regia di Lee Hardcastle (Gran Bretagna)
Episodio girato in stop-motion: Un bambino ha paura di fare i suoi bisogni nel water e le strane fobie del padre non l'aiutano di certo. Ben presto tutta la famiglia si accorgerà che la paura del bambino non è mal riposta.
Altro corto di altissimo livello, con una sana mescolanza di commedia e cinismo.

U: Unearthed - Regia di Ben Wheatley (Gran Bretagna)
Dei villici braccano una vampira che tenta disperatamente la fuga. (Intero corto visto dalla visuale della vampira)
Sembra un livello di Doom (Lo so, per quanto riguarda i videogiochi sono decisamente retrò). L'ho trovato carino, ma i corti di alto livello sono altri.

V: Vagitus - Regia di Kaare Andrews (Canada)
Siamo a Vancouver in un futuro prossimo: la riproduzione umana è sottoposta a regole severissime e chi non sottostà alle regole viene eliminato. Un gruppo di ribelli cerca di difendere un "bambino fuorilegge", ma il bambino sa proteggersi bene da solo.
Sicuramente Andrews è il regista che ha saputo sfruttare al meglio il budget di 5000 dollari (gli effetti speciali sono molto buoni). La storia però risulta davvero troppo caotica. Se questo corto fosse espanso di qualche altro minuto probabilmente sarebbe migliore.

W: What The Fuck - Regia di Jon Schnepp (USA)
Una serie caotica di immagini strane e sconnesse tra loro che vi farà letteralmente dire: "Che cazzo!", che poi è più o meno quello che vuol dire What the fuck!
A qualcuno sicuramente piacerà. A me no.

X: XXL - Regia di Xavier Gents (Francia)
Una donna piuttosto grassa viene presa ripetutamente in giro per strada a causa del suo aspetto. Una volta arrivata a casa decide di dire addio ai chili di troppo in un modo che nessun dietologo consiglierebbe.
Il corto dove abbonda più sangue e troculenza. Ma le vere parti disturbanti sono quelle ambientate per la strada e che vedono la povera protagonista derisa per il suo peso. Un ottimo lavoro.

Y:Young buck - Regia di Jason Eisener (Canada)
Un bidello pedofilo subisce la vendetta di un bambino di cui aveva abusato.
Girato come se fosse un videoclip... francamente mi è sembrato una cazzata.

Z: Zetsumetsu - Regia di Yioshihiro Nishimura (Giappone)
Una nazista con delle tette niente male e un pene artificiale da cui fuoriesce una lama affilata combatte contro una giapponese piatta che però riesce a sparare ortaggi dalla vagina. Gli ortaggi verranno affettati dalla lama-pisello e finiranno in un calderone per poi essere mangiati da degli uomini nudi. Tutto questo mentre un uomo su una carrozzina vaneggia di attentati, energia nucleare, supremazia giapponese e molte altre cose.
I giapponesi sono dei fottuti pazzi (parte 3)

ALTRI FILM RECENSITI


sabato 15 giugno 2013

SKAGBOYS - IRVINE WELSH

Pubblicato nel 2012

Chissà se già nel 1993 Irvine Welsh aveva in mente di ampliare così tanto le storie dei ragazzi di Leith (periferia nord di Edimburgo) narrate nel clamoroso successo editoriale (e cinematografico): Trainspotting. Io credo di no. Molto probabilmente il sequel del 2002: "Porno" e questo prequel del 2012: "Skagboys", non sono stati altro che una mera operazione commerciale.

Però diciamocelo, c'è operazione commerciale e operazione commerciale.

Non posso parlare di "Porno" visto che non l'ho (ancora) letto, però non faccio fatica ad ammettere che questo romanzo, che narra di come Mark Renton e soci siano scivolati nel baratro dell'eroina, spacca di brutto.
Lo schema è quello di "Trainspotting": numerosi capitoli semi-distaccati tra loro, narrati in prima persona da numerosi protagonisti e, più raramente, in terza persona dalla classica voce narrante. Anche lo stile crudo ed estremamente diretto risulta inalterato e il buonismo va a farsi benedire. Welsh non rinuncia ad alcune parti più poetiche e "dolci", persino tenere, ma che tendono a scivolare nel cesso, sostituite da un mare di ero.
Ho la fortuna di non aver mai assunto droghe pesanti e sono nato un paio d'anni dopo le vicende narrate in questo romanzo (dal 1984 al 1985), però non ci vuole molto a capire che la tossicodipendenza descritta in queste 618 pagine  sia davvero credibile, come credibili sono le ciniche e grottesche situazioni in cui vanno a infilarsi i nostri antieroi (da brividi il capitolo: "Skagirl" che vede protagonista il manipolatore Sick-boy e la povera Maria, ma gli esempi da fare sarebbero molto più numerosi). Welsh tenta anche una ricostruzione storico-sociologica del fenomeno "eroina e AIDS", tirando in ballo il duro governo Tatcheriano, arrivando a supporre che, almeno all'inizio, fu uno stratagemma adottato per sedare le rivolte dei lavoratori in sciopero o licenziati a causa della crisi economica che che negli anni '80 colpì la Scozia e tutto il Regno Unito (una specie di seconda guerra dell'oppio, insomma). Oppure che non ci fu nessun diabolico piano, ma fu soltanto una mancanza di interesse verso il futuro dei giovani da parte del governo centrale di Londra e di quello locale di Edimburgo. Il che, a ben pensare, è anche peggio.

Che altro dire. "Skagboys" è certamente un grande libro che consiglio, scritto da un Welsh più maturo e completo rispetto a quello di "Trainspotting" che, da un punto di vista oggettivo, forse è persino inferiore. Ma nella letteratura la parola "oggettivo" non ha senso di esistere, ed è innegabile che la rabbia e la spontaneità contenuta nel libro del 1993 non possa essere neanche sfiorata da questo ottima operazione commerciale.

PS: Qualcuno spieghi a Welsh che in Italia non esistono donne che si chiamano "Massima". Caro Irvine, se farai un altro capitolo ambientato nello Stivale buttati su una Sara, Giulia, Lucia, Maria... Massima non se po' proprio sentì!

Dallo stesso autore: I segreti erotici dei grandi chefTrainspotting

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